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Insonnia terapie naturali
Rimedi naturali per l'insonnia e i disturbi del
sonno : il coprimaterasso in bioceramica favorisce il sonno
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gratuita per l'insonnia in Medicina Naturale
L'insonnia è un disturbo più comune di quanto si creda e una recente
statistica indica che circa il 14% delle persone lamenta un qualche disturbo
del sonno ed è insoddisfatta del proprio dormire. La percentuale di insonnia
aumenta poi con l'età raggiungendo, dopo i 60-65 anni, il 33% e il sesso
femminile sembra essere il più colpito.
Parlare di insonnia vuol dire in primo luogo parlare di un bisogno
fondamentale dell'uomo: il sonno. Vediamo dunque che cosa vuol dire dormire
e quanto questo sia importante per l'economia psicofisica del corpo umano.
Che cosa è il sonno
Nell'antica Grecia il sonno era rappresentato come un adolescente che corre
leggero sulla terra per dare agli uomini il riposo del corpo e della mente,
recante nella mano sinistra un papavero e nella mano destra un recipiente
colmo del suo succo. Sonno dunque come quiete, distacco dalle fatiche
quotidiane e recupero di energia in funzione di una nuova giornata.
Visto in questo modo, il sonno sembrerebbe una parentesi tra un giorno e
l'altro senza nessuna continuità con quella "relazione con il mondo" che
tanto distingue l'essere svegli, attenti e vigili.
In realtà le cose non stanno proprio così, e con la scoperta delle onde
elettriche cerebrali attraverso l’elettroencefalogramma è stato possibile
dimostrare che il sonno appartiene al giorno biologico di ogni individuo e
che lo stato di veglia in realtà continua, però in altro modo, mentre si
dorme.
Il sonno si compone di quattro fasi che si ripetono varie volte durante la
notte: due sono caratterizzate da un sonno leggero; le altre da un sonno più
profondo ed è soprattutto da queste ultime che dipende la qualità del
dormire; vi è poi una quinta fase molto importante chiamata "fase REM"
(Rapid Eyes Movement, movimenti oculari rapidi) durante la quale le
informazioni, le impressioni, gli avvenimenti del giorno precedente vengono
ricapitolate, raccolte e ordinate dal cervello. Si tratta dunque di una fase
del sonno in cui si memorizza, si ordina e addirittura si impara
selezionando le esperienze del giorno, immagazzinando le più importanti ed
eliminando le altre.
Ma perché si dorme? Nella maggioranza degli studi e delle sperimentazioni
della neurofisiologia e della neuropsicologia (scienze che studiano il
funzionamento del cervello) si afferma che dormire è una necessità istintiva
dell’uomo; se si paragona lo stato di veglia e lo stato di sonno alle
funzioni digestive il primo è analogo alla ricerca del cibo e all’atto del
mangiare, mentre il secondo al digerire, all’impiegare le componenti
nutritive del cibo e dunque acquistare forza. Infatti tutto il metabolismo
(soprattutto nella fase REM) aumenta, aiutando così l’organismo a
immagazzinare energia. Vi sono peraltro molte altre funzioni caratteristiche
del dormire, vediamone alcune: l’apparato renale e il fegato eliminando le
tossine più efficacemente di quando si è svegli; il sistema immunitario
produce più anticorpi; il midollo osseo "fabbrica" globuli rossi in gran
numero; l’ormone somatotropo (quello della crescita) viene escreto in
quantità considerevoli eccetera... Tutto ciò, dunque, mostra il sonno come
una fase attiva della vita quotidiana assolutamente necessaria a completare
l’equilibrio di tutto il corpo e di conseguenza quanto possa essere nocivo
non dormire.
Perché non si riposa
Con il termine insonnia si indica la sensazione soggettiva di non aver
tratto sufficientemente riposo dal proprio sonno, perché non adeguatamente
lungo o perché privo di sufficienti capacità ristoratrici.
Il fattore "durata" del sonno è purtroppo non significativo per fare
diagnosi di insonnia poiché vi sono notevoli differenze individuali nella
percezione della quantità di sonno di cui ciascuno necessita. Infatti vi
sono persone che dormono costantemente poco più di 3 ore per notte senza
alcun disturbo (persone famose che appartengono a questa tipologia erano
Winston Churchill, Napoleone, Papa Giovanni XXIII, Pirandello, Thomas
Edison, ...), vi sono anche individui che qualora dormano meno di dieci ore
non si sentono in completo benessere e affermano di non aver dormito a
sufficienza.
Dunque, per definire questo disturbo del sonno è estremamente importante
tenere conto della soggettività e si può definire insonne chiunque,
indipendentemente dalla durata del sonno, non dorme bene e per questo non si
sente in completa efficienza fisica e mentale durante il giorno.
I vari tipi
Tre sono i tipi di insonnia: il primo è detto "insonnia iniziale", cioè è
presente una difficoltà ad addormentarsi a cui può seguire un sonno anche
prolungato ma riferito oggettivamente insoddisfacente; il secondo tipo è
"l’insonnia centrale", caratterizzata da numerosi e a volte prolungati
risvegli; infine il terzo tipo (insonnia terminale), spesso conseguenza del
secondo, ma definito come un mancato ripristino del sonno dopo un risveglio
precoce notturno.
Tutti e tre i tipi di insonnia possono essere episodi sporadici oppure
cronici.
L’insonnia sporadica è un disturbo occasionale transitorio e di solito è
legata a situazioni momentanee e soprattutto di tipo ansioso (ad esempio,
eventi dell’indomani che destano preoccupazioni). L’insonnia cronica è
invece un disturbo persistente nel tempo e che riduce notevolmente il
benessere e le prestazioni della persona.
Queste le cause
Per quanto riguarda le cause, in genere si distinguono un’insonnia detta
primaria e una secondaria; nella primaria non è riconoscibile nessuna chiara
causa, mentre nella secondaria è possibile riconoscere sia cause fisiche che
psichiche.
L’insonnia primaria
E’ questo uno dei disturbi che spesso il medico generico deve affrontare e
purtroppo quello meno suscettibile di un trattamento soddisfacente.
Probabilmente tutto ciò avviene perché non sono appunto chiare le cause e il
trattamento dunque non può essere accuratamente mirato.Esistono d’altro
canto numerose scuole di tipo psicologico che affrontano il problema seppur
con diversi presupposti. Vediamole.
Scuola comportamentista. Per questa l’insonnia primaria è riconducibile in
gran parte a stati di ansia e di depressione. L’ansia interferisce sulla
rapidità con cui ci si addormenta mentre la depressione sulla profondità e
continuità successive. Secondo la psicologia comportamentale molte malattie
e disagi derivano da una capacità variabile di ogni persona di adattarsi o
no a stimoli ambientali con conseguente eustress (adattamento) oppure di
stress (disadattamento). In quest’ultimo caso occorre individuare gli
stimoli che in una data persona provocano riposte disadattive procedendo poi
(con tecniche dette, appunto, comportamentali) a un decondizionamento.
Scuole psicanalitiche. Secondo la classica scuola psicanalitica freudiana,
l’insonnia può essere correlata a paure nei confronti di pensieri, fantasie
o sogni angosciosi che possono presentarsi durante il sonno. Il sonno è il
momento in cui la mente razionale non può efficacemente controllare la parte
istintiva presente in ogni essere umano e l’insonnia rappresenterebbe il
tentativo di perpetuare il controllo.
Scuola psicosomatica Riza. L’insonnia viene qui considerata come
rappresentazione dell’impossibilità dell’individuo ad abbandonarsi al sonno,
considerato simbolicamente come il momento della "passività" e della
"dipendenza". La persona insonne si presenta molto spesso come timorosa del
mondo istintivo e dei momenti di abbandono, ipercontrollata e piena di
pensieri, incapace di lasciarsi andare al mondo sempre con la mente
razionale. Il corpo poi presenta "tensioni" muscolari diffuse mimando uno
stato di all’erta continuo e così sempre pronto all’azione.
L’insonnia secondaria
I disturbi più frequenti che causano insonnia sono: l’angina pectoris, lo
scompenso cardiovascolare, le apnee notturne per un periodo variante da 20 a
90 secondi date da ostruzioni delle vie aeree superiori (polipi nasali,
sinusiti), il ciclo mestruale caratterizzato dalla cosiddetta tensione
premestruale, la menopausa, l’iper e l’ipotiroidismo, l’ipertrofia
prostatica, l’ultimo mese di gravidanza, l’alterazione del normale ciclo di
attività-riposo che si verifica frequentemente nelle persone che volano da
un continente all’altro (jet-lag) oppure che sono sottoposte a turnazione
lavorativa, l’ansia (causa l’insonnia iniziale), la depressione (causa
l’insonnia centrale e la terminale).
I farmaci per dormire
Fino a qualche anno fa per indurre e mantenere il sonno venivano utilizzati
solitamente i barbiturici. Queste sostanze sono state via via abbandonate
perché da un lato sono molto tossiche, dall’altro perché riducevano
considerevolmente la fase REM del sonno con conseguenze "diurne" nocive
(difficoltà di memoria, confusione mentale, notevole riduzione
dell’attenzione eccetera).
Attualmente vengono prescritti soprattutto due tipi di farmaci: le
benzodiazepine che agiscono nella fase di addormentamento; gli
antidepressivi triciclici che regolano il sonno in generale oltre ad avere
un effetto sulla depressione.
Entrambi questi tipi di farmaci devono essere assunti sotto stretto
controllo medico (in particolare i triciclici) perché non sono privi di
effetti collaterali e perché paradossalmente possono causare un’insonnia
secondaria. Gli ipnotici, infatti, perdono la loro efficacia nel tempo e ciò
può provocare una reazione paradossa: la persona nel timore dell’inizio di
una nuova serie di notti insonni entra in uno stato d’ansia che causa a sua
volta insonnia.
Medicina Ecologica
Tre sono le possibilità terapeutiche più efficaci nella cura dell’insonnia:
l’agopuntura, l’omeopatia, la fitoterapia (cura con le erbe). Vediamole una
per una.
Agopuntura
Per la medicina tradizionale cinese il giorno e la notte appartengono
rispettivamente alle due energie yang e yin, energie che scorrono
nell’universo, nella natura e dentro l’uono. Yang e yin sono sempre
compresenti ed in movimento l’uno verso l’altro e il sonno viene causato da
una pienezza fisiologica serale dell’energia yin (analoga all’acqua,
all’interiorizzazione, alla passività eccetera) contemporaneamente a un
minimo energetico dell’energia yang (il fuoco, l’esteriorizzazione,
l’attività). Stati alimentari, situazioni psichiche, fattori climatici per
questa medicina sono importanti cause di aumento oppure diminuzione delle
due energie che influenzano i vari organi del corpo umano tonificandoli o
indebolendoli. L’insonnia viene in agopuntura definita come uno stato di
pienezza dello yang serale contemporanea ad un vuoto dell’energia yin (il
contrario della situazione fisiologica), in particolare occorre distinguere
vari tipi di insonnia causate dalla forza e dalla debolezza di un organo
piuttosto che da un altro. Ecco dunque una classificazione dell’insonnia
secondo la medicina tradizionale cinese.
Insonnia da insufficienza di milza. L’eccesso di preoccupazioni, stress
psichici, riflessioni, rimuginazioni continue portano all’indebolimento
energetico della milza; insieme all’insonnia data da risvegli frequenti vi è
inappetenza, ventre gonfio, o vi possono essere nausee, palpitazioni,
diminuzioni della memoria, sudori freddi, colorito del viso pallido.
Insonnia da insufficienza di rene. L’eccesso di paura indebolisce il rene; i
sintomi dell’insonnia sono dati dalla difficoltà ad addormentarsi ma possono
essere accompagnati da dolori lombari, ronzii auricolari, vertigini,
irritabilità, palpitazioni, faccia rossa, dolore al petto in un punto a metà
dello sterno.
Insonnia da disfunzione dello stomaco. Gli eccessi alimentari nuocciono allo
stomaco; i sintomi dell’insonnia sono la difficoltà ad addormentarsi e i
risvegli durante la notte, che possono essere accompagnati da dolori
gastrici, eruttazioni, pesantezza di testa, gusto amaro in bocca.
Insonnia da pienezza di fegato. La collera causa pienezza di fegato, insieme
al fattore climatico vento che è anch’esso causato dalla pienezza di fegato.
I sintomi sono: incubi notturni, difficoltà ad addormentarsi, continui
risvegli, risvegli precoci mattutini e possono essere accompagnati da sete
di bevande fredde, mal di testa, collera, arrossamento agli occhi,
fastidiose contratture muscolari.
Omeopatia
Nella materia medica omeopatica sono numerosissimi i rimedi che contemplano
il sintomo insonnia; uno su tutti merita particolare attenzione ed è "coffea
cruda". Questo rimedio è particolarmente indicato in chi tende a
privilegiare il mondo diurno rispetto a quello notturno, con un
atteggiamento psichico caratterizzato da un’attività mentale esagerata; la
persona che trova giovamento da "coffea" inizialmente non patisce per la sua
insonnia ma ben presto si reca dal medico perché oltre a quel disturbo
soffre di altri sintomi come emicrania, nevralgia, ipersensibilità cutanea,
palpitazioni cardiache, il tutto aggravato dalle emozioni. "Coffea" è anche
il rimedio dei bambini che non hanno mai sonno, degli studenti che hanno
appena superato un esame impegnativo ed in generale della persona che ha
passato una serata in condizioni di attività mentale esaltata, che non può
dormire perché ha appena vissuto un’emozione molto intensa.
Fitoterapia
Il primo ipnotico erboristico usato nell’antichità era il succo di papavero
insieme alla mandragora che Galeno, uno dei "padri" della medicina,
consigliava con semi d’orzo mescolati a succo di lattuga. Attualmente le
erbe più conosciute per la cura dell’insonnia sono le seguenti: la
passiflora, il biancospino, l’escoltzia, la camomilla ed infine il tiglio.
Vediamole ora una per una sottolineando le loro varie caratteristiche.
Cominciamo con la passiflora. Questa particolare erba è ipnotica,
antispasmodica, sedativa. Viene indicata nelle difficoltà a prendere sonno
soprattutto in quelle persone ipersensibili tendenti alle rimuginazioni ed
influenzabili dai cambiamenti. Passiamo ora al biancospino. Erba che
equilibra l’apparato cardiovascolare (tachicardie) e rilassa i muscoli.
Associata alla precedente è utile anche nei risvegli notturni. L’escoltzia è
il papavero californiano, induce il sonno e riduce i risvegli precoci
mattutini. La camomilla è indicata per le persone irritabili e di umore
instabile. Contrariamente a quanto si crede in assunzioni croniche può
creare una sorta di intossicazione il cui effetto è l’ipereccitabilità ed
ancora insonnia. Infine parliamo del tiglio. Erba molto utile nelle persone
che tendono all’ipertensione arteriosa e che si svegliano di notte con
sensazioni di fame.
Le dieci regole d’oro per dormire bene
Ecco tutti i consigli alimentari da seguire e le “cattive” abitudini da
evitare assolutamente
L’insonnia è un disturbo in cui il cosiddetto “fai da te” è da bandire.
Troppo spesso infatti si ricorre ai sonniferi senza consultare il medico
rischiando, da un lato, fastidiosi effetti collaterali e dall’altro, una
rapida dipendenza biologica e psicologica. Peraltro è possibile ricorrere ad
alcuni accorgimenti di tipo alimentare e comportamentale per curare e
prevenire questo “antipatico” disturbo:
· Eliminare la carne dal pasto serale: nella carne è presente un
aminoacido, la tirosina, che interviene come stimolante dei processi mentali
· Il pasto serale dovrebbe essere vegetariano e ricco di amidi
(pasta e riso). Insieme alle banane questi alimenti sono ricchi di un
precursore della serotonina, sostanza che a livello cerebrale induce il
sonno ed ha effetto sedativo
· Imparare un metodo di rilassamento (training autogeno, yoga,
distensione immaginativa sono i più noti) per diminuire la tensione
muscolare
· Per chi non ha problemi di allergia un bicchiere di latte caldo
prima di coricarsi è un toccasana conosciuto fin dall’antichità
· Una volta svegli è inutile girarsi e rigirarsi nel letto, meglio
alzarsi e preparare una camomilla o una tisana di lavanda, tiglio o
passiflora
· Andare a letto solo per dormire e quando si ha sonno. Altre
attività come mangiare, leggere o guardare la televisione non devono essere
fatte a letto
· Limitare, nelle ore precedenti il sonno, attività che eccitano
l’organismo come lo studio intenso o attività fisiche impegnative
· Se si ha un bambino che non prende sonno quando i genitori si
allontanano il rimedio più antico è posare vicino a lui un indumento
indossato dalla madre. In questo modo la madre continua a “comunicare” al
bambino la sua presenza rassicurandolo
· Una tradizione dell’antico Egitto narra che la posizione notturna
con la testa a Nord favorisce la fluidità della circolazione sanguigna. A
conferma di ciò, esperimenti effettuati al Centro del sonno di Barkeley con
l’uso di un letto girevole hanno dimostrato che quando la testa è a Nord la
profondità del sonno è maggiore che negli altri orientamenti. Vale la pena
dunque modificare in tal senso la posizione del letto
· Evitare l’assunzione di sostanze stimolanti con il fine di
aumentare “l’utilità” del giorno. Il sonno viene così costantemente
sacrificato alla vita vigile e non rispettato nella sua essenza di
fondamentale funzione che scandisce, sorregge ed equilibra l’esistenza
dell’uomo
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